Covenant Protestant Reformed Church
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Le Confessioni nella Vita della Chiesa

(Da: The Standard Bearer, Volume 58, 1 Luglio 1982, n. 18)

Prof. Herman Hanko

 

Il ruolo che le nostre confessioni hanno avuto nella storia della chiesa di Cristo non potrebbe essere enfatizzato in modo eccessivo. Queste Confessioni sono servite come potenti armi nella difesa della fede, esse hanno funzionato come la base per la Riforma della chiesa nei secoli, hanno preservato l’unità della chiesa nel suo cammino nel mondo di peccato, sono state insegnanti che hanno condotto migliaia alla conoscenza della verità. Non è un’esagerazione dire che le nostre Confessioni sono servite come la forza della chiesa senza la quale, umanamente parlando, non sarebbe sopravvissuta.

A motivo di ciò, essere infedeli alle confessioni, in qualsiasi forma, è una forma di suicidio ecclesiastico. Questa infedeltà ha preso molte forme differenti, non l’ultima è quella di spudorati ed aperti attacchi contro di esse e le dottrine che in esse sono contenute, ed una crassa indifferenza nei loro confronti. E’ quindi non senza un motivo preciso che parlo del luogo che le nostre Confessioni hanno nella vita della chiesa di Cristo.


L’Origine delle Confessioni

Nel senso più basilare della parola, le nostre Confessioni hanno la loro origine nell’opera dello Spirito di Cristo nella chiesa. Ciò è vero non soltanto delle nostre Tre Formule di Unità che servono come nostra base confessionale, ma di tutti i credi storici della Cristianità che segnano la linea dello sviluppo della chiesa nella sua comprensione della verità scritturale attraverso l’intero periodo neo-dispensazionale.

La promessa dello Spirito di Cristo come Spirito di Verità è come una catena d’oro che percorre l’intero ultimo discorso del nostro Signore all’alba della Sua crocifissione. Questo discorso è registrato per noi in Giovanni 14-16.

Ricorderete che i discepoli del Signore erano rattristati e scoraggiati dalle chiare ed indubbie parole del Signore quando stava per lasciarli. Anche se Egli aveva già anticipato loro qualcosa, le loro orecchie rimasero chiuse a queste parole, perché avevano costruito tutte le loro speranze e sogni sulla continua presenza di Cristo con loro sulla terra. Ma ora non potevano più sfuggire al fatto che il loro Signore stava per andar via.

Nelle Sue parole di conforto verso di loro Gesù rese molto chiaro il fatto che anche se era vero che stava per andare al Padre tuttavia sarebbe tornato a loro in modo che avrebbe dimorato con loro per sempre. Questa venuta ebbe luogo mediante lo Spirito di Verità. Con questo Spirito Cristo Stesso sarebbe stato con loro e sarebbe rimasto con loro per sempre. Infatti, il punto essenziale che il Signore stabilisce è che Egli sarebbe stato con loro, col Suo Spirito, in una maniera molto più benedetta e meravigliosa di quanto era mai stato quando era sulla terra nel Suo stato di umiliazione. La Sua presenza attraverso lo Spirito sarebbe culminata nel giorno in cui avrebbe preso tutta la Sua chiesa a Sé nella gloria eterna.

E’ questa presenza di Cristo con la chiesa attraverso lo Spirito di verità che ha speciale significatività e valore nell’ambito del nostro discorso.

Nella Sua persona Cristo è la piena rivelazione del Dio triuno in quanto il Dio della salvezza del Suo popolo. Egli è questo in tutta l’opera che ha fatto e fa, dal momento della Sua incarnazione, attraverso la Sua sofferenza e morte e risurrezione dai morti, fino alla gloria della Sua esaltazione alla destra di Dio. Con la Sua grande opera, Egli rivela pienamente a noi il Padre in tutte le ricchezze della verità come essa è in Dio. La Sua presenza, quindi, coi discepoli e con l’intera chiesa di questa Dispensazione, è la presenza del Cristo Che rivela tutta la verità di Dio (cf. ad es. Luca 24:44-49; Romani 8:9-10; Galati 4:6; I Corinzi 2:1-16, Giovanni 14-16).

Siccome questa presenza di Cristo è realizzata attraverso lo Spirito che Gli è dato alla Sua esaltazione e che Egli sparge sulla chiesa, lo Spirito Che porta Cristo a noi è lo Spirito di Verità.

Per quanto riguarda questo vi è un aspetto oggettivo e soggettivo. Oggettivamente, lo Spirito di Cristo è lo Spirito di ispirazione per mezzo della Cui opera, per infallibile guida ci sono date le Scritture. Con questa opera dello Spirito di Cristo abbiamo la registrazione oggettiva della rivelazione di Dio in Cristo. Ma questo Stesso Spirito dimora anche nei cuori del popolo di Dio come lo Spirito che illumina e che rivela soggettivamente le ricchezze della verità rivelata infallibilmente, per come esse sono in Cristo Gesù. Questa opera soggettiva dello Spirito è anche assolutamente indispensabile per l’appropriazione e comprensione della verità. "Ora noi abbiamo ricevuto non lo spirito del mondo, ma lo spirito che è da Dio, così che possiamo conoscere le cose che ci sono liberamente date da Dio. Di queste cose anche parliamo, non con parole che insegna la sapienza dell’uomo, ma che lo Spirito Santo insegna, comparando cose spirituali con spirituali" (I Corinzi 2:12-13).

Data questa opera dello Spirito di Verità, la formazione dei credi è in un certo qual modo una conseguenza inevitabile.

Da un lato, essi sono conseguenza inevitabile a motivo della natura della Scrittura stessa. La Scrittura, come tutti sappiamo, non è una sistematica esposizione della verità. Non è un testo di teologia o una Dogmatica Riformata. Essa è l’infallibile registrazione della rivelazione di Dio attraverso Cristo nella storia—dove le parole decisive sono "nella storia." L’intera storia di questo mondo è la realizzazione sovrana dell’eterno ed immutabile consiglio e volontà di Dio. Al centro stesso di questo consiglio si trova Cristo, in modo che l’intero consiglio ruota attorno a Lui ed ha il Suo significato e rilievo in Lui. Siccome la storia si dispiega secondo il consiglio e sotto la sovrana direzione di Dio, Cristo è rivelato storicamente. Cristo si trova dal principio alla fine della storia. Egli si trova al suo centro. Egli è il suo alfa ed omega, il suo principio e la sua fine. Egli è la linea che attraversa l’intera storia, conferendole il suo significato, il suo rilievo. Egli fu annunciato dai profeti, rivelato nella pienezza del tempo, preso in gloria dove Gli è dato sovrano dominio sopra tutto, ed Egli ritorna sulle nuvole per fare nuovi cieli e nuova terra quando la storia raggiunge il suo gran finale, il suo glorioso climax, la sua determinata telos. La Scrittura registra questo. La Scrittura è la registrazione della storia sacra.

In queste Scritture, quindi, Cristo si trova come la pienezza della rivelazione di Dio. Tutta la verità è in Cristo, e non la si può trovare in alcun altro luogo.

Siccome lo Stesso Spirito di verità Che ha ispirato le Scritture opera nei cuori del popolo eletto di Dio, questo Spirito conduce la chiesa in tutta la verità, in modo che essa si appropria di questa verità e la rende sua propria in maniera e grado sempre maggiore nel corso dei secoli.

Secondo, il fatto che siano stati scritti i credi è in qualche modo inevitabile perchè la chiesa che si appropria della verità la confessa anche. Ella deve dare espressione alla sua fede e lo fa. Ella deve dire ciò che crede sia la verità della Scrittura e lo fa. "Io ho creduto, perciò ho parlato" (Salmo 116:10). "La parola è vicino a te, nella tua bocca, e nel tuo cuore, questa è la parola di fede, che noi predichiamo, che se tu confesserai con la tua bocca il Signore Gesù, e crederai nel tuo cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvato. Perché col cuore si crede a giustizia, e con la bocca è fatta confessione a salvezza" (Romani 10:8-10).

Ma questo appropriarsi della verità e questa confessione di Cristo quale pienezza della verità è una confessione sistematica. La chiesa esamina e studia le Scritture per scoprire cosa ogni parte di esse insegna a riguardo di ogni dottrina individuale e a riguardo dell’unità di ogni dottrina in Cristo. E questo è quanto ella poi confessa. Questo noi crediamo! Questa è la verità della Scrittura.

E cosí si hanno le confessioni, fin dal principio della storia della chiesa. Le confessioni sono una gloriosa eredità dello Spirito di Cristo che ha operato nella chiesa. Le confessioni sono dei credi, che ci trasmettono ciò che la chiesa ha creduto e crede sia la verità della Scrittura.


La Funzione delle Confessioni

Siccome questa è la natura delle nostre confessioni, i credi sono autorevoli.

E’ bene che comprendiamo questa cosa, in quanto essa è frequentemente e animosamente negata. Vi sono molti che attaccano i credi e le loro dottrine apertamente e ferocemente all’interno delle chiese e fanno così con impunità. Nessuna penalità ecclesiastica è richiesta loro. Ciò può accadere soltanto all’interno di un clima di irrispettosità nei confronti dell’autorità dei credi della chiesa. Ma il carattere autorevole dei credi è negato anche quando all’interno della chiesa penetra un’indifferenza nei loro confronti in modo che essi non sono più conosciuti e cessano di funzionare come la confessione della chiesa, considerata sia come un tutt’uno, che nei suoi singoli membri. I credi sono divenuti irrilevanti alla fede e alla vita, e la vita della chiesa continua senza la potenza controllante dei credi. Ma essi sono autorevoli. Conformità alle confessioni è essenziale per essere membri nella chiesa. L’esercizio della disciplina è richiesto contro tutti quelli che militano contro di essi. Essi sono come i confini della fede del credente. Per mezzo di essi viene giudicata la predicazione dei ministri e la confessione dei membri. All’interno dei loro limiti agli ufficiali ecclesiastici è richiesto di compiere tutto il loro lavoro. La vita confessionale dei santi è regolata dalle loro affermazioni.

Questa loro autorità, tuttavia, è derivata. I credi non hanno un’autorità che proviene dall’interno di se stessi. Essi non sono auto-autenticanti, come lo sono le Scritture. Né derivano la loro autorità dalla chiesa. Questo è l’errore di Roma radicato in un intollerabile orgoglio. E’ vero che la chiesa stabilisce i credi e li dichiara essere autorevoli, ma ciò non perché la loro autorità viene dalla chiesa. La chiesa li dichiara autorevoli perché la loro autorità proviene dalla Scrittura stessa, ed essi devono essere considerati autorevoli solo fintanto che esprimono ciò che la Scrittura insegna. La loro autorità è dovuta esclusivamente al fatto che essi affermano ciò che si trova nella Parola di Dio. Siccome essi affermano ciò che Dio Stesso ha detto attraverso Cristo, essi possiedono un’autorità che, quindi, non è la loro propria, ma è della Scrittura. Ma quando essi esprimono ciò che insegna la Scrittura essi vincolano la fede del figlio di Dio e della chiesa di cui egli è o diviene un membro

Ma questo carattere vincolante dei credi non è un giogo insopportabile, un abito teologico troppo stretto, un freno alla riflessione teologica, una barriera allo sviluppo della verità, un ostacolo che rende impossibile rendere la verità rilevante per la nostra generazione. Al contrario, essi sorgono dalla vita organica della chiesa in quanto chiesa mossa dallo Spirito di verità a confessare la sua fede. Essi sono la libertà del vangelo. Essi esprimono esplicitamente ciò che il nostro Signore dice: "Voi conoscerete la verità, e la verità vi renderà liberi." Essi sono ciò che la chiesa gioiosamente, volenterosamente, e liberamente confessa essere la sua fede, la sua vita, la sua salvezza stessa.

Siccome questa è la natura dei credi, l’approccio Riformato alla Scrittura è un approccio confessionale.

Anche qui dobbiamo porre molta enfasi. Una chiesa non confessionale, se davvero può esistere qualcosa del genere, ha un approccio differente alla Scrittura da quello che ha una chiesa confessionale. Una chiesa non confessionale, o una chiesa che è indifferente alle confessioni, va alla Scrittura in modo diretto. Ed è questo approccio che è sempre caratteristico dell’eretico. L’eretico si appella a qualche passaggio isolato della Scrittura in supporto della sua personale dottrina preferita o del suo peculiare chiodo fisso teologico. Già Lutero in modo pungente e derisorio osservava che questo metodo degli eretici, se seguito, potrebbe essere usato per provare facilmente dalla Scrittura che la birra è preferibile al vino. E’ un metodo contrario alla fede Riformata.

I Riformatori senza eccezione parlavano dell’"analogia della fede," un principio molto solido che le chiese Riformate in tutta la loro storia hanno seguito.

Il punto qui è chiaro. La Scrittura è un’unità, che ha il principio della sua unità nella rivelazione di Dio in Gesù Cristo nostro Salvatore. In questa verità, con tutte le sue parti, lo Spirito di verità conduce la chiesa. Non è, quindi, una questione di cosa possa dire un testo isolato, preso al di fuori del suo contesto e dal contesto dell’intera Scrittura. Qualsiasi cosa può essere provata se si segue questo metodo. Ma è una questione di cosa insegna la Scrittura da Genesi 1:1 fino all’ultimo verso di Apocalisse 22. La Scrittura è l’interprete di se stessa. E ciò deve essere riconosciuto e sostenuto chiaramente. Non la chiesa, non il credente individuale, e non i decreti ed i concili degli uomini, ma la Scrittura interpreta se stessa. Ed è in questo modo che l’"analogia della fede" è scoperta ed è esposta dalla chiesa ed affermata nei suoi credi.

E’ quindi nella migliore tradizione della Riforma andare alla Scrittura per mezzo dei credi. Essi ci conducono nell’"analogia della fede." Essi ci mostrano l’insegnamento "corrente" della Parola di Dio. Essi ci conducono in una comprensione dell’unità della verità per come trovata nella Scrittura nel suo complesso unitario. I credi non sono superiori alla Scrittura, la loro autorità e dignità non è più grande. Essi sono gli strumenti, la via, il sentiero, per i quali andiamo alla Parola di Dio. Perché è in quella Parola che troviamo il nostro rifugio, il nostro riposo, la nostra pace, la gioia della nostra salvezza, ma, andandoci per mezzo dei credi, riconosciamo l’opera dello Spirito di verità, l’unità della Parola di Dio, la fede della chiesa lungo le epoche.

E’ per questa ragione che predicare il Catechismo di Heidelberg è cosí importante. Non la predicazione di un testo facendo occasionali riferimenti al Catechismo, ma predicare il Catechismo è essenziale, perché è una predicazione che fornisce al popolo di Dio l’analogia della fede e li conduce nelle ricchezze della verità in Cristo.


L’Importanza dei Credi

I credi ci rendono uno con la chiesa del passato e ci danno un posto nella compagnia degli uomini giusti resi perfetti. L’unità dell’intera chiesa è un’unità della verità per come essa è in Cristo Gesù. Siccome questa stessa verità è confessata in ogni tempo, è questa verità che vincola la chiesa di ogni epoca insieme nell’unico corpo del Signore Gesù Cristo.

Vi è grande conforto in questo. La verità può essere disprezzata e rigettata. La compagnia dei fedeli può diminuire numericamente. Il credente può a volte chiedersi se non si trova davvero da solo. Ma le nostre Confessioni ci assicurano che stiamo in una nobile compagnia di potenti guerrieri e di uomini e donne fedeli e di coloro che non hanno amato le loro vite, fino alla morte. La compagnia di Atanasio e di Agostino, di Godescalco e di Lutero, di Calvino e di Knox, di Hoeksema e di Ophoff è da doversi preferire di gran lunga a quella degli insipidi teologi dei nostri tempi teologicamente degenerati.

Gli stessi credi servono come una base per ulteriore sviluppi. Ai nostri giorni, come ha detto Johannes Vos, non abbiamo bisogno di meno verità, ma di maggiore verità. E’ teologicamente stupido e spiritualmente irresponsabile voltare le nostre spalle alla verità, e cercare nuove invenzioni che negano l’eredità confessionale che il nostro Dio ci ha dato. Lo sviluppo della verità è sempre il privilegio e la chiamata della chiesa. Ma questo è lo sviluppo delle grandi verità delle Confessioni. Esse ci sono date come un dono di grazia. Sulla loro base noi stiamo fermi. Sulle altezze della loro integrità confessionale noi siamo capaci di vedere ancora più in profondità nelle ricchezze della conoscenza della verità della Scrittura. Lo sviluppo è veramente possibile soltanto quando abbiamo entrambi i piedi fermamente piantati nella nostra eredità confessionale.

I nostri credi sono motivo di profonda gratitudine a Dio. Essi sono la testimonianza dell’adempimento della promessa di Cristo di essere sempre con noi, fino alla fine del mondo. Perché in questa verità, per come dataci dallo Spirito, Cristo Stesso dimora con noi. Essi sono stati scritti col sangue e nella fornace della potente battaglia delle epoche per la fede. Disprezzeremo il sangue dei martiri che ancora grida davanti al trono? Sputeremo veleno su quelli che non hanno amato le loro vite, fino alla morte? Ci ritrarremo dalla battaglia che essi per grazia hanno così coraggiosamente combattuto? Dio non voglia. Essi sono una preziosa e gloriosa eredità della fede dei nostri padri.

Ma esse devono essere la confessione vivente della chiesa di Cristo. Non funzionerà avere una base confessionale come chiese se queste stesse Confessioni stanno lì senza essere notate ed inattive sulle mensole polverose di una stanza di Concistoro. Esse sono Confessioni nel più pieno senso della parola quando sono nei cuori e sulle labbra del popolo di Dio.

Esse devono essere predicate dai pulpiti. Consciamente, esplicitamente, e continuamente devono essere portate all’attenzione del popolo di Dio. Devono essere insegnate nel Catechismo. Devono essere parte della nostra attività educativa. Vi è un movimento che vuole eliminare le Confessioni dalla base confessionale delle scuole Cristiane. Non dobbiamo aver niente a che fare con queste idee. I nostri insegnanti devono in ogni loro contatto con gli studenti, consciamente ed esplicitamente, portare la nostra eredità confessionale all’attenzione dei nostri figli di patto. Esse devono essere studiate nelle nostre case. I nostri genitori devono condurre i loro figli alle Confessioni in modo che essi le conoscano e le amino ed imparino ad essere grati per esse. Ed esse devono essere una parte vivente di tutta la vita del popolo di Dio in ogni loro chiamata.

Esse ancora oggi rimangono la difesa della verità contro tutti gli attacchi che Satana e le sue coorti possono portare contro di noi. Quanto odiano le Confessioni gli eretici! Ciò non meraviglia. Esse sono una torre inespugnabile. Essi devono essere abbattuti mattone dopo mattone se la verità deve essere raggiunta e distrutta. Essi preservano la nostra unità, un’unità con tutti i santi e tra noi stessi. Essi sono un glorioso mezzo di trasmissione di quell’eredità della verità alle generazioni a seguire. Con questi credi nei nostri cuori e sulle nostre bocche possiamo dire alle generazioni a venire: "Questo Dio (il Dio delle nostre Confessioni) è il nostro Dio, per sempre. Egli sarà la nostra Guida, fino alla morte."

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