Covenant Protestant Reformed Church
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Febbraio 2016 • Volume XV, n. 22

 

I premi per i santi di Tiatira e per tutti quelli che vincono

Negli ultimi due numeri delle News, abbiamo visto che la chiesa di Tiatira (Apocalisse 2:18-29) venne elogiata da Gesù Cristo per cinque virtù operate dalla grazia: amore, servizio, fedeltà, perseveranza e opere buone: “Io conosco le tue opere, il tuo amore, la tua fede, il tuo servizio e la tua costanza, e so che le tue ultime opere sono più numerose delle prime” (v. 19). In questo articolo finale della serie, tratteremo il triplice premio di grazia che il Figlio di Dio dona ai Suoi santi in Tiatira e a tutti quelli che sconfiggono per fede il mondo, la carne e il demonio (vv. 26-28).

Innanzitutto, il nostro Salvatore promette quanto segue: “A chi vince e ritiene fino alla fine le opere mie, darò potestà sulle nazioni” (v. 26). Questa promessa incoraggia tutto il popolo di Dio a servire il corpo di Cristo come si può, a prescindere dalla portata dell’aiuto. Siamo tentati a scoraggiarci perché nella chiesa di solito facciamo cose piccole in una sfera d’azione limitata e pensiamo: “A che serve la mia opera nella congregazione? Di certo, ha poca importanza!” Presumibilmente, i giovani e gli anziani sono particolarmente inclini verso questo modo di pensare, e questo anche perché forse il loro lavoro è stato peccaminosamente sminuito da qualche altro membro di chiesa.

Dobbiamo confidare in ciò che Cristo dice a proposito del nostro amore, servizio, fedeltà, perseveranza e buone opere che facciamo nella Sua chiesa, non importa quanto piccole possano sembrare. Il Signore le valuta così tanto che Egli ci premierà con il governare il mondo (ricordiamo che queste opere sono le Sue opere che Egli compire tramite noi)! Seminiamo piccole opere e raccoglieremo una ricompensa cosmica e “politica” enorme (Galati 6:8)! Inoltre, governeremo il mondo dal cielo nei nuovi cieli e sulla nuova terra insieme con tutti i santi glorificati di Gesù Cristo, il Re dei re e il Signore dei signori.

Apocalisse 2:26 parla di “potestà [o autorità] sulle nazioni”. È un passaggio importante. In questa vita, pochi cristiani giungono a ricoprire qualche carica politica (1 Corinzi 1:26-27). Ad alcuni è concessa autorità spirituale dal Signore Gesù nei ministeri di pastore, anziano e diacono. Coloro che occupano queste posizioni non devono signoreggiare su coloro che gli sono affidati (1 Pietro 5:3). “Sottomettetevi gli uni agli altri nel timore di Cristo” (Efesini 5:21). Tuttavia, nella vita che verrà, Cristo stesso ci darà tutta l’autorità e il diritto di regnare sopra tutte le nazioni. Si tratta di un’autorità che il presidente degli Stati Uniti, o i leader delle Nazioni Unite o anche l’anticristo possono solo sognarsi. Il potere di costoro giungerà a termine con la fine dell’era presente. “Così gli ultimi saranno primi e i primi ultimi” (Matteo 20:16).

Il Signore Gesù descrive il nostro premio nel verso 27: “ed egli le governerà con uno scettro di ferro ed esse saranno frantumate come vasi d'argilla, come anch'io ho ricevuto autorità dal Padre mio” (Apocalisse 2:27). Questo verso cita il Salmo 2:9, una profezia veterotestamentaria della venuta del Messia. Tuttavia, il pronome personale “egli” in Apocalisse 2:27 si riferisce al singolo credente, come l’ultima parte del verso stesso e un confronto con il verso 26 mostrano chiaramente.

L’idea qui espressa è che Cristo riceve dall’Iddio trino l’autorità di distruggere le nazioni empie. Cristo condivide questo santo mandato con il suo popolo eletto, redento, rigenerato e glorificato. Stiamo parlando della nostra unione con il Signore Gesù specialmente nel Suo ufficio regale (Catechismo di Heidelberg, D&R 32). Bisogna anche aggiungere che noi amministreremo la sentenza giuridica di Dio sui suoi nemici, e perciò non dobbiamo compiere le nostre personali e peccaminose vendette in questa vita terrena.

È stupefacente notare la differenza tra le nostre buone opere e il nostro premio in quanto popolo di Dio. In questa vita, serviamo il corpo di Cristo con amore e fedeltà; nella vita futura, ci verrà dato il potere di distruggere tutti i malvagi! Il testo è molto esplicito. A prescindere dalle nostra attuale capacità belliche, nell’era a venire Dio ci darà “uno scettro di ferro” per schiacciare gli impenitenti come vasi d’argilla. Li distruggeremo e faremo a pezzi, in polvere. Questo non accadrà tramite una rivoluzione politica, né tramite ribellione civile, ma grazie alla nostra glorificazione spirituale.

Il Signore Gesù ci fa anche una terza promessa riguardante la nostra eredità eterna: “darò a lui la stella del mattino” (v. 28). Di che si tratta? Ci viene detto da Cristo stesso verso la fine del libro dell’Apocalisse: “Io, Gesù, ho mandato il mio angelo per testimoniarvi queste cose nelle chiese. Io sono la Radice e la progenie di Davide, la lucente stella del mattino” (22:16).

Se dovese sembrare strano che Cristo si doni a noi come la stella del mattino, ricordiamoci che il Signore Gesù si dona a noi come pane della vita (Giovanni 6). Dopotutto, con Lui e in Lui non riceviamo tutte le cose?

Quindi, cosa significa veramente che Cristo è “la stella del mattino”? È un immagine di bellezza e di luce celesti. Inoltre, la stella del mattino è l’annunciatore dell’alba del nuovo giorno, cioè della ricca comunione pattale con l’Iddio Trino dopo la nostra morte, nei nuovi cieli e nella nuova terra, per sempre!

“Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese”, dice Cristo (Apocalisse 2:29). Questo include credere, ricordare e confortarsi con la ricca promessa di un premio glorioso per tutti quelli che vincono per Sua grazia! Rev. Stewart


Una moltitudine di lingue e la chiesa cattolica di Cristo

Un lettore dal Nord Irlanda ci chiede: “Genesi 10:1-5 suggerisce forse una moltitudine di lingue (o forse dialetti?) prima di Babele?”

Ciò che la domanda sembra presupporre è che Genesi 10 precede cronologicamente (cioè temporalmente) la confusione delle lingue in Genesi 11, ma ciò è errato.

Vero, la confusione delle lingue è riportata nel capitolo successivo, ma è chiaro che le cronologie del capitolo 10 si spingono oltre gli eventi di Babele, infatti il verso 25 parla di quando “la terra fu divisa”.

Parlando dei figli di Sem, Mosè ci dice che la discendenza del patto dalla quale si ebbe la nascita del nostro salvatore Gesù Cristo proveniva da Sem, e non da Jafet o Cam. Questo era la realizzazione della profezia di Noè in Genesi 9:25-27. In connessione con la discendenza da Sem to Eber, Genesi 10:25 afferma: “Ad Eber nacquero due figli; il nome dell'uno fu Peleg, perché ai suoi giorni la terra fu divisa”. Poi la Scrittura ci fornisce la discendenza di Joktan, fratello di Peleg. La discendenza del patto, tramite Peled, viene ripresa e ulteriormente chiarita in Genesi 11:16-32, partendo da Eber fino ad Abramo.

Ciò significa che la risposta alla domanda in questione è semplice: Genesi 10 riporta le genealogie cronologicamente andando oltre la divisione dei popoli a Babele. A seguire, la Scrittura riporta quello che avvenne a Babele in Genesi 11.

Babele fu un fatto così serio e importante per comprendere la storia biblica che mi permetto di andare leggermente fuori tema offrendo qualche considerazione.

La confusione delle lingue di Babele non fu semplicemente un’opera di Dio in cui Egli diede a diversi gruppi di persone una lingua diversa e mai udita prima. La parola “lingue” nella Scrittura significa molto più di questo. Il termine si riferisce al fatto che Dio divise la popolazione terrestre in razze. Infatti, è molto probabile che le tre maggiori “razze” furono prodotte da Dio a Babele: i giudei e gli arabi da Sem, i bianchi da Jafet e i gialli da Ham. Ogni razza non solo differiva nel colore della pelle, ma anche in alcune caratteristiche fisiche e psicologiche.

Gradualmente, ogni razza si spostò in diverse direzioni e in diverse parti del mondo che occuparono come loro terra. A sua volta, ogni razza geograficamente divisa venne separata in nazioni.

Dio compì tale divisione per due motivi fondamentali.

La ragione negativa sta nel fatto che si trattava di un colpo contro l’umanità affinché non producesse prematuramente l’anticristo. Nimrod, il leader principale dell’epoca, voleva costruire una torre che potesse contenere tutte le persone della terra insieme al fine di costituire una grande ed unica nazione per fare guerra contro Dio (Genesi 10:8-10). Questo avrebbe impedito l’esistenza della discendenza del patto di Dio e così della nascita di Cristo.

A causa di Babele, la storia del mondo è caratterizzata da una continua guerra tra le razze e le nazioni al fine di prevalere l’una sull’altra: Babele, Assiria, Babilonia, i Medi e i Persiani, Grecia e Roma. Questo susseguirsi di immensi imperi sembra fermarsi con Roma. Questo perché la nuova dispensazione è il tempo della raccolta della chiesa cattolica. Quando la chiesa sarà quasi riunita, allora l’anticristo regnerà.

La Scrittura chiama ciò che accadde a Babele “piaga mortale” sulla testa della bestia, piaga che verrà guarita (Apocalisse 13:3). L’anticristo, sotto il sovrano e provvidenziale governo di Dio, riuscirà a unire il mondo in un solo regno del quale sarà capo. Babele, invece, fu il modo di Dio di impedire che l’anticristo potesse imporsi prima della raccolta della chiesa universale.

È questo lo scopo positivo di Babele. Dividendo il mondo in razze e nazioni, Dio ha raccolto una chiesa veramente cattolica da tutte queste nazioni e tribù e lingue. Ovviamente, non sto parlando della falsa chiesa cattolica romana, ma della chiesa universale di Cristo composta da coloro che sono stati eletti dall’eternità, redenti con la croce e preservati fino alla gloria dalla grazia sovrana dell’Iddio vivente.

Non è il momento di approfondire la bellissima dottrina della cattolicità della chiesa. È sufficiente dire una grandissima varietà di persone rivelerà le ricchezze della grazia di Dio! Essa è così ricca e abbondante che è come un diamante con molte sfaccettature, ognuna delle quali rivela un altro colore tramite un raggio di luce. Babele è servita a questo proposito. La chiesa cattolica verrà radunata! Prof. Hanko

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Homer C. Hoeksema: “Per un breve tempo alla fine della storia, il mondo malvagio sembrerà trionfare, risolvendo gli effetti della ferita mortale inferta a Babele. Ciò, tuttavia, avrà l’unico scopo di far si che il regno finale dell’anticristo possa riempire la coppa d’iniquità fino all’ultima goccia, per poi essere sconvolto e distrutto, distruzione figurata dall’evento di Babele. L’unica vera unità che dura è quella composta da tutte le nazioni del mondo nel nostro Signore Gesù Cristo crocifisso e risorto tramite lo Spirito, un’unione che iniziò a Pentecoste. A Pentecoste le differenze linguistiche caddero così che in Cristo la nuova umanità eletta, la chiesa, potesse essere unita dal vincolo della fede. Il regno del nostro Signore Gesù Cristo avrà la vittoria eterna. Babele è il nome del mondo. Babele è il carattere del mondo. Dio confuse il mondo incredulo, e lo getterà in eterna confusione, ma coloro che amano il Signore Gesù Cristo erediteranno il regno senza fine.” (Unfolding Covenant History, vol. 2, pp. 79-80; disponibile presso il CPRC Bookstore).


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