Covenant Protestant Reformed Church
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Il Dispensazionalismo e La Legge Prima del Sinai

Robert C. Harbach

 

Il Diniego Dispensazionalista di una Legge Morale prima del Sinai: Quattro Errori di Base

Proprio come il Dispensazionalismo insegna che la Chiesa non è mai esistita prima di Pentecoste, così sostiene che la legge non è mai stata data fino al Sinai. Come insegnato nella Bibbia Scofield alla nota ad Esodo 19:3 e a Genesi 12:1, la teoria dispensazionalista prevede che prima del Sinai il popolo di Jehovah era sotto la libera grazia, ma quando la legge fu esposta per la prima volta al Sinai, Israele la accettò avventatamente e così ricevette legge invece di grazia.

Ma quale era realmente l’attitudine veterotestamentaria nei riguardi della legge, e come si compara a quella del Nuovo Testamento? Si prendano le parole di Davide: "Io mi diletto nel fare la Tua volontà, Oh mio Dio, sì, la Tua legge è dentro il mio cuore" (Salmo 40:8). Molto oltre andò Davide: "La legge della tua bocca è per me migliore di migliaia di monete d’oro e d’argento .. Oh quanto amo la Tua legge! È la mia meditazione tutto il giorno … Grande pace hanno coloro che amano la Tua legge, e niente li offenderà" (Salmo 119:72, 97, 165). Questa è l’attitudine veterotestamentaria nei confronti della legge. Qual è la veduta neotestamentaria? Una opposta? Che rispondano Paolo, il Davide del Nuovo Testamento: "La legge è santa, ed il comandamento santo, e giusto e buono … La legge è spirituale … Io mi diletto nella legge di Dio secondo l’uomo interiore" (Romani 7:12, 14, 22).

Il Dispensazionalismo ha una concezione errata della legge perchè a riguardo sostiene quattro errori di base:

  • Primo, insegna che la legge non fu mai data fino al Sinai.
  • Secondo, insegna che la legge fu data esclusivamente alla nazione terrena di Israele.
  • Terzo, insegna che i credenti sono morti alla legge in ogni senso e non sotto essa in alcun senso. Dare alcun posto alla legge è perdere la libertà con cui Cristo ci ha resi liberi.
  • Quarto, insegna che vi è antitesi tra legge e grazia, così che le due sono in opposizione l’una all’altra.

Questi errori del Dispensazionalismo sono ampiamente sostenuti come evidenze di sanissima dottrina biblica, ma in realtà non possono resistere al test della Scrittura.

 

Questi Errori Esposti e Confutati

Giovanni Calvino espose alcuni di questi errori. Egli disse:

Alcuni uomini privi di abilità, incapaci di discernere questa distinzione (cioè che la legge condanna ma non quando in essa vi è Cristo, RCH), si affrettano ad esplodere Mosè completamente, e a mettere da parte le due tavole della legge, perché essi considerano improprio per i Cristiani aderire ad una dottrina che contiene l’amministrazione della morte. Lontana da noi sia questa profana opinione, perché Mosè ci ha abbondantemente insegnato che la legge, che nei peccatori può soltanto produrre morte, dovrebbe avere un uso migliore e più eccellente nei santi. Perché proprio prima della sua morte egli si rivolse così al popolo: "Ponete i vostri cuori a tutte le parole che io testimonio in mezzo a voi questo giorno, che comanderete ai vostri figli di osservare, di compiere tutte le parole di questa legge. Perché non è una vana cosa per voi, perché essa è la vostra vita" (Deuteronomio 32:46 a seguire). Ma se nessuno può negare che la legge esibisce un modello perfetto di giustizia, o non dovremmo avere alcuna regola per una vita giusta e retta, o è criminale per noi deviare da essa. Quindi, quando Davide rappresenta la vita di un uomo giusto come spesa in continua meditazione sulla legge (Salmo 1:2), dobbiamo far riferire questo non soltanto ad un periodo di tempo, perché essa è molto adatta per tutte le epoche, fino alla fine del mondo (Dalle Istituzioni, Vol. 1, p. 390, Allen Translation, 1936).

In un simbolo teologico interamente Scritturale, il Catechismo Maggiore di Westminster, leggiamo:

D. 92. Cosa aveva dapprima rivelato Dio agli uomini come regola della sua ubbidienza?
R. La regola di ubbidienza rivelata ad Adamo nel suo stato di innocenza, e a tutta l’umanità in lui, oltre ad un comando speciale, di non mangiare del frutto dell’albero della conoscenza del bene e del male, era la legge morale.
D. 93. Cos’è la legge morale?
R. La legge morale è la dichiarazione della volontà di Dio all’umanità, che dirige e vincola chiunque ad una conformità ed ubbidienza ad essa personale, perfetta e perpetua, nella formazione e disposizione dell’intero uomo, anima e corpo, e nel compimento di tutti quei doveri di santità e di giustizia che egli deve a Dio e all’uomo, promettendo vita all’adempimento, e minacciando morte alla sua infrazione.
D. 94. Vi è dalla caduta qualche uso della legge morale per l’uomo?
R. Anche se nessun uomo dalla caduta può raggiungere la giustizia e la vita per mezzo della legge morale, tuttavia vi è un grande uso d’essa, sia comune a tutti gli uomini, sia peculiare agli irrigenerati, o ai rigenerati.
D. 95. Di quale uso è la legge morale per tutti gli uomini?
R. La legge morale è d’uso a tutti gli uomini, per informarli della santa natura e volontà di Dio, e del loro dovere, vincolandoli a camminare secondo essa, per convincerli della loro incapacità di osservarla, e della peccaminosa polluzione della loro natura, cuori e vite, per umiliarli nel senso del loro peccato e miseria, e così aiutarli a vedere più chiaramente il bisogno che essi hanno di Cristo, e della perfezione della sua ubbidienza.

 

La Legge e l’Imputazione del Peccato Prima del Sinai, Testimoniate nella Scrittura

Noi crediamo che Adamo aveva la legge di Dio come suo modello, ed era lui stesso un modello di giustizia (cf. Ecclesiaste 7:29 con Efesini 4:24), e che quindi la legge esisteva prima che l’uomo peccasse. Ciò può essere dedotto dalla Scrittura: "Maledetto è ognuno che non continua in tutte le cose che sono scritte nel libro della legge per compierle" (Galati 3:10). La legge menzionata è certamente precedente alla maledizione. Questa legge deve essere stata in effetto prima che l’uomo peccasse, quando poteva continuare e continuava nel suo stato di perfetta rettitudine, per fare tutto ciò da essa richiesto. Se nella sua giustizia originale non era sotto la legge (tuttavia come si può parlare di giustizia senza uno standard legale?), dove sarebbe il senso o il punto in questa richiesta di continuare, o nella punizione minacciata, la maledizione, quando l’uomo aveva già violato la legge, e così rendere impossibile compiere tutte le cose nella legge? L’uomo, allora, dal principio era sotto la legge nella sua originale giustizia, e la maledizione era denunciata contro ogni fallimento nel rendere perfetta ubbidienza.

Un altro testo che fa riferimento all’uomo nel suo stato primitivo lo abbiamo in Romani 7:10, dove ci è detto che la legge fu ordinata "a vita." Questo è il solo periodo preciso nella storia quando la legge fu data a vita e l’uomo realmente viveva nella vita adattata alla legge e secondo la legge adattata alla sua natura. Fin dalla caduta dell’uomo, e del suo incorrere in una natura peccaminosa, la legge è "a morte" fino a che egli è giustificato per fede in Cristo. Nel primo Adamo la legge era a vita solo nello stato originale di rettitudine. Ora, dalla caduta, nel primo Adamo, la legge non è più a vita, ma a morte. Soltanto l’Ultimo Adamo è lo Spirito vivificante. Se la legge non fu data ad Adamo, allora il suo peccato, immediatamente dopo averlo commesso, sarebbe stata una questione di morte. "Perché senza a legge il peccato è morto" (7:8). Ma il peccato di certo non era morto in connessione all’Adamo caduto e alla storia dei suoi figli per come delineata nel Libro di Genesi. Essi quindi avevano e conoscevano la legge di Dio. Ciò è implicato nella dichiarazione: "Dove non vi è legge non vi è trasgressione" (Romani 5:4). Se coloro che vivevano nel periodo patriarcale non erano sotto la legge, come contende il Dispensazionalismo, allora non vi era regola di condotta per guidare le loro vite. Se vi era una regola del genere, ma ancora nessuna legge di Dio, qual era questa regola? Ma noi leggiamo: "Dove non vi è legge, non vi è trasgressione." Dunque Adamo ed Eva erano entrambi sotto la legge, perché entrambi trasgredirono (Romani 5:14; I Timoteo 2:14).

Noi siamo inoltre informati che "il peccato non è imputato dove non vi è legge" (Romani 5:13). Questo, anche, è chiarissimo. Tuttavia, l’eminente esegeta del Nuovo Testamento R. C. H. Lenski, sostiene che da Adamo a Mosè non vi era legge, né qualche cosa che avesse la natura della legge. Fu solo con Mosè che vi fu un qualcosa che ebbe una natura di legge. Prima di questo giorno, la storia era priva di legge, non esisteva nessuna legge. "Non vi era legge, semplicemente, tra Adamo e Mosè" (Interpretation of Romans, Wartburg Press, p. 362 e a seguire). Come vedete, Lenski è molto fermo ed insistente nel sostenere questa contenzione, che è molto accettabile per i dispensazionalisti. W. R. Newell, che è molto dispensazionalista, nel suo Romans Verse By Verse (Romani Verso per Verso), sostiene la stessa idea. L’esatto opposto a questo pensiero è la concezione maggiormente preferibile di Robert Haldane nella sua Exposition of the Epistle to the Romans (Esposizione dell’Epistola ai Romani). Egli scrive: "Ammettendo, nell’ultima parte del verso (5:13) che il peccato non poteva essere imputato senza la legge, egli prova che il peccato era nel mondo per l’innegabile fatto che vi era la morte; e se ciò prova che vi era peccato, allora ne segue inevitabilmente che deve esservi stata la legge!" Egli continua: "Molti sono grandemente in errore nell’interpretazione di questa espressione … Essa significa che il peccato non esiste dove non vi è legge. La conclusione, quindi, è che come il peccato non è imputato quando non c’è legge, e siccome il peccato era imputato, o siccome il peccato esisteva, prima della legge di Mosè, quindi vi era legge prima della legge di Mosè. Il passaggio può essere parafrasato così: ‘perché il peccato esisteva tra gli uomini da Adamo a Mosè, come anche dopo. Tuttavia non vi è peccato dove non vi è legge. Vi erano, allora, sia il peccato che la legge prima della consegna della legge di Mosè! …" Haldane aggiunge: "la razza umana è sempre stata sotto la legge ed è sempre stata universalmente composta di trasgressori."

Se chi viveva nella dispensazione pre-mosaica non era sotto la legge di Dio, allora Dio non avrebbe potuto imputare il peccato ad Adamo ed Eva, come invece fece (Genesi 3:16-20, 21, 24). Né avrebbe potuto accusare Caino di omicidio, se non vi era legge che proibiva l’omicidio. Né Noè avrebbe potuto avere alcuna autorità patriarcale di maledire Canaan, se non vi era alcuna legge che richiedeva di onorare i genitori. Né Abimelech sarebbe potuto essere messo in guardia dal commettere adulterio se non vi era un comando che lo proibiva (Genesi 20:6). Al tempo di Mosè la legge diceva: "E la figlia di qualsiasi sacerdote, se profana se stessa facendo la prostituta, ella profana sua padre, sarà bruciata col fuoco" (Levitico 21:9). Ma prima, al tempo di Giuda, la stessa legge deve essere stata conosciuta perché egli suggerì ciecamente che fosse applicata in un caso che gli riguardava (Genesi 38:24). Se Noè era un predicatore di giustizia (II Pietro 2:5), allora deve essere stato sotto la legge, perché la giustizia è un elemento legale. Il diluvio stesso fu prova positiva che Dio imputò i peccati degli antidiluviani sul loro conto, ed eseguì la punizione della legge contro di loro. Niente è più chiaro del fatto che Israele, prima di raggiungere il Sinai, aveva i comandamenti e le leggi di Dio. Abraamo osservò i comandamenti, gli statuti e le leggi di Jehovah (Genesi 26:5). Prima del Sinai vi era una legge per tutti gli uomini (Esodo 12:49). Era la "legge del Signore" (Esodo 13:9), che includeva la legge del Sabbath prima che fosse dato il quarto comandamento (Esodo 16:4, 28:9).

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