Covenant Protestant Reformed Church
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La Più Grande Gloria della Ricezione di Israele

Herman Hoeksema

 

(Capitolo 75 di: Herman Hoeksema, Righteous by Faith Alone: A Devotional Commentary on Romans [Giusti per Sola Fede, un Commentario Devozionale a Romani], ed. da David J. Engelsma, Reformed Free Publishing Association, MI, USA, 2002; traduzione italiana: Francesco De Lucia)

 

Romani 11:15

Perché se la loro reiezione è stata la riconciliazione del mondo, cosa sarà il loro ricezione se non vita dai morti?

La connessione del testo con quello precedente è indicata dalla parola Perché: "Perché se la loro reiezione è stata la riconciliazione del mondo." Il testo offre una ragione per quanto l’apostolo ha affermato nei versi immediatamente precedenti. Lì egli aveva scritto che l’inciampare e la caduta dei Giudei che erano stati induriti era divenuta la salvezza del mondo, secondo il proposito di Dio. Ma questo non fu il solo e finale proposito. Con quell’inciampare dei Giudei che erano stati induriti, Dio si propose anche si provocare quei Giudei a gelosia per salvarli. E’ della salvezza di quei Giudei che l’apostolo continua qui a scrivere.

L’apostolo aveva scritto che se la caduta dei Giudei è di tale beneficio e ricchezze al mondo Gentile, allora possiamo aspettarci che la salvezza di quei Giudei avrà un effetto molto più glorioso. E’ su questo che l’apostolo scrive ai versi 11-15. Le ricchezze che verranno sul mondo attraverso la salvezza dei Giudei saranno molto più grandi delle ricchezze che sono già venute sul mondo attraverso la caduta dei Giudei.

Egli scrive questo ai Gentili perché li riguarda. In questo modo egli magnifica il suo ufficio. Quando egli predica il vangelo ai Gentili, egli cerca di provocare i Giudei a gelosia per poterne salvare alcuni. "Perché se la loro reiezione è stata la riconciliazione del mondo, cosa sarà il loro ricezione se non vita dai morti?"

 

La Ricezione

Quando l’apostolo parla della loro ricezione, egli si sta riferendo agli stessi Giudei di cui ha parlato nei versi precedenti. Egli aveva detto di questi stessi Giudei che essi erano stati induriti, che essi avevano inciampato, e che erano caduti. Ma Dio si era proposto che attraverso la loro caduta la salvezza dovesse giungere ai Gentili. Il proposito di Dio era anche di provocare i Giudei a gelosia, e così di salvarli. L’apostolo dice, di quegli stessi Giudei, che essi saranno ricevuti. Egli non sta parlando della generazione che viveva al suo tempo, ma sta parlando di quei Giudei nelle loro generazioni dal tempo dell’apostolo Paolo fino alla fine di questa dispensazione. Egli sta parlando dei figli di quei Giudei che crocifissero Cristo. Della loro ricezione nel regno, e quindi della loro salvezza, sta parlando.

Sorge la domanda: "Quali Giudei sono presi qui in considerazione?" quando il verso 15 domanda: "cosa sarà la loro ricezione se non vita dai morti?" Si ha qui in vista tutti i Giudei? Questa spiegazione è impossibile. Non tutte le generazioni dei Giudei dal tempo di Paolo fino alla fine di questa dispensazione saranno salvati. Migliaia d’essi già si sono perduti. L’apostolo non insegna che tutti i figli di quei Giudei che erano stati induriti saranno salvati.

Allora forse il testo insegna che in qualche momento nel futuro saranno salvati tutti i Giudei? Questa è la concezione di molti. Molti si aspettano che in qualche tempo nel futuro i Giudei che saranno allora vivi saranno salvati tutti. I Giudei ora appartengono ancora a coloro che sono respinti, ma in qualche momento nel futuro Dio verrà e salverà ogni singolo tra essi. Tuttavia, il verso 15 non dice questo. Esso dice semplicemente che la loro ricezione sarà vita dai morti. Per trovare nel testo una profezia che Dio salverà tutti i Giudei in qualche momento nel futuro, si deve prima inserire questa nozione nel testo, che non parla di alcuna futura salvezza di tutti i Giudei. Il testo non insegna niente del genere. Contro una tale interpretazione si trova in maniera molto evidente il tentativo da parte dell’apostolo, già al tuo tempo, di operare per provocare i Giudei a gelosia. Egli dice: "Io magnifico il mio ufficio: Se in qualche modo possa provocare ad emulazione [gelosia] coloro che sono la mia carne" [vv. 13-14].

Per determinare cosa si intende con la ricezione dei Giudei, dobbiamo notare che al verso 12 l’apostolo parla della "pienezza" dei Giudei che saranno salvati. Il verso 12 dice: "Se la caduta di loro è la ricchezza del mondo, e la loro diminuzione le ricchezze dei Gentili, quanto più la loro pienezza?" Per loro ricezione al verso 15 l’apostolo da riferimento alla stessa pienezza. Possiamo leggere il testo in questo modo: "Se il loro essere stati respinti è la riconciliazione del mondo, cosa sarà la ricezione della pienezza dei Giudei?" Quindi, il testo insegna che la ricezione della pienezza dei Giudei sarà vita dai morti.

Cos’è la "pienezza" dei Giudei? Nella Scrittura noi leggiamo spesso della pienezza di qualcosa. Leggiamo della pienezza di Cristo [Efesini 4:13]. Leggiamo della pienezza del tempo [Galati 4:4]. Qui è la pienezza dei Giudei. Per pienezza si intende sempre ciò che è riempito con qualcosa. La chiesa è la pienezza di Cristo, cioè, la chiesa è piena di Cristo. La pienezza del tempo è ciò che è riempito di tempo. Si pensi ad un bicchiere d’acqua. L’ultima goccia che cade nel bicchiere è la pienezza dell’acqua. Quello che riempie è la pienezza. La pienezza dei Giudei, quindi, è ciò che è riempito con l’ultimo Giudeo.

Pienezza implica una certa misura. Qual è la misura dei Giudei? Significa tutti i Giudei senza eccezione? Non può essere, perché la verità è sempre che "non tutti quelli che sono di Israele sono Israele" [Romani 9:6]. Inoltre, l’apostolo parla anche della pienezza dei Gentili che deve venire prima che possa ritornare Cristo [11:25]. Proprio come la misura della pienezza dei Gentili non può significare che tutti i Gentili senza eccezione saranno salvati, così la misura della pienezza dei Giudei non è la salvezza di ogni Giudeo. La misura della pienezza dei Giudei è l’elezione di Dio. Proprio come l’ultima goccia che va nel bicchiere è la pienezza dell’acqua, così l’ultimo Giudeo che va nella misura dell’elezione di Dio è la pienezza dei Giudei. L’insegnamento del testo è che la ricezione dell’ultimo dei Giudei, che sarà la pienezza dei Giudei, sarà vita dai morti.

Rimane però la domanda: questa pienezza dei Giudei accadrà all’improvviso, o gradualmente attraverso questa dispensazione? Si pensi ancora ad un bicchiere d’acqua. Uno può versare e riempire il bicchiere subito, o goccia dopo goccia. Similmente, per quanto riguarda la pienezza dei Giudei, Dio lascerà la misura vuota per anni ed anni, e poi nel futuro la riempirà improvvisamente di Giudei? Non vi è niente contro questa interpretazione in quanto tale. Non si può obiettare all’insegnamento in sé che vi sarà una marcata conversione di Giudei in un tempo futuro, ma il testo non dice niente di questo. Anche il contesto è contro di essa, perché l’apostolo dice che egli stava già lavorando al suo tempo per riempire la misura dei Giudei. Alla luce del contesto, il testo insegna che dal tempo dell’apostolo fino alla fine di questa dispensazione, durante tutta la dispensazione del Nuovo Testamento, Dio sta innestando Giudei nel loro proprio albero di ulivo, ed essi sono salvati.

 

Il Paragone

Quando l’ultimo Giudeo sarà stato ricevuto nel regno, questa ricezione sarà una gloria più grande della riconciliazione del mondo. Vi è un paragone nel testo tra la reiezione dei Giudei e la loro pienezza. Il paragone è tra ciò che Dio ha operato in occasione della loro caduta e ciò che opererà in occasione della loro pienezza. Ciò è chiaro dal verso 12: "Se la loro caduta è la ricchezza del mondo, e la loro diminuzione le ricchezze dei Gentili, quando più la loro pienezza?" Ciò che è inteso con ricchezze del mondo è evidente dal verso 15: la riconciliazione del mondo. Ciò che l’apostolo sta dicendo, quindi, è questo: se Dio ha operato in occasione della caduta di Israele, molto più opererà in occasione della loro pienezza.

La ricezione dei Giudei sarà una gloria più grande della riconciliazione del mondo. La parola mondo ha significati differenti nella Scrittura. Contrariamente alla nozione popolare, mondo non significa "tutti gli uomini senza eccezione." Infatti, la parola mondo non significa mai semplicemente "uomini." Ma mondo nella Scrittura a volte significa "tutte le opere di Dio per come le conosceva nel Suo consiglio." Dio contempla il mondo. Noi non contempliamo il mondo. Noi non vediamo il mondo. Tutto quello che vediamo del mondo è un’istantanea di una parte del mondo mentre esso passa via. Il mondo passa via. Noi vediamo una piccola parte di esso, e poi è passata. Ma Dio vede il mondo come sarà eternamente. Questo mondo Dio ama. E questo mondo sta per giungere. Il nuovo mondo in Cristo è il mondo che Dio ama.

Mondo nella Scrittura a volte significa "l’intera esistenza presente per come essa si manifesta sotto l’influenza degli uomini peccaminosi." Gli uomini non vivono da sé stessi, essi devono avere un mondo dove vivere. Attraverso il mondo gli uomini peccano. Essi lo rendono un mondo malvagio. Questo è il mondo a cui l’apostolo Giovanni fa riferimento quando egli dice: "non amate il mondo" [I Giovanni 2:15]. Questo è il mondo a riguardo del quale Cristo dice: "Io non prego per il mondo" [Giovanni 17:9]. Noi dobbiamo stare attenti a non amare questo mondo. Le persone a volte chiedono: "Posso fare questo, o posso fare quello?" Ovviamente, potete, se volete. Ma ricordate, allora voi siete nel mondo per cui Cristo non prega. Cristo non pregò per il mondo dei cinema, dei teatri, e delle danze.

A volte nella Scrittura mondo significa tutto l’organismo della chiesa eletta di Dio, non soltanto dei Gentili, ma anche dei Giudei. Questo è il significato di mondo nel testo. Dio si è proposto che tutto il mondo dovesse essere riconciliato a Dio.

Riconciliazione è un termine bellissimo. Esso presuppone la relazione di patto. La riconciliazione non crea la relazione di patto. Essa presuppone la relazione di patto. Dio ha eternamente posto il mondo in relazione pattale a Se Stesso nel Suo consiglio. A motivo di questa relazione Dio li riconcilia.

Non dobbiamo volgere ciò al contrario. Non dobbiamo dire che Dio riconcilia Se Stesso al mondo. Questa è una concezione pagana. Se fosse così, non vi sarebbe riconciliazione. La riconciliazione è un atto di amore. Non fu Dio ad essere riconciliato, noi fummo riconciliati.

Riconciliazione significa che Dio rimuove l’ostacolo che impedì alla relazione pattale di funzionare. Ciò è glorioso! E ciò fu effettuato in occasione della caduta dei Giudei. Dio indurì i Giudei così che essi crocifiggessero Cristo. Egli indurì i Giudei affinchè il sangue della riconciliazione potesse essere sparso.

L’apostolo dice che la ricezione dell’ultimo dei Giudei sarà più gloriosa della riconciliazione. In occasione della caduta dei Giudei, il mondo ha ricevuto riconciliazione. In occasione della loro ricezione, riceve vita dai morti.

 

La Gloria

L’ultima parte del testo, che descrive la più grande gloria, viene spiegato in molti modi. Vi sono tre possibili interpretazioni.

La prima è molto comunemente sposata. La ricezione dei Giudei sarà il risveglio della chiesa Gentile. Quanto zoppa è questa interpretazione! L’obiezione ad essa è che ignora l’espressione vita dai morti. Un’obiezione ancora più pesante è che è impossibile vedere in che modo il risveglio della chiesa Gentile può essere più gloriosa della riconciliazione del mondo.

Una seconda interpretazione è che in qualche modo la conversione dei Giudei porterà uno stato glorioso per la chiesa nel mondo. Ma ancora, questa interpretazione ignora l’espressione vita dai morti. Inoltre, la gloria terrena della chiesa non sarebbe una gloria più grande della riconciliazione del mondo.

La terza e corretta interpretazione consiste nel comprendere letteralmente le parole dell’apostolo. La gloria della ricezione di Israele è vita dai morti, cioè, la vita di risurrezione. Ciò sarà maggiormente glorioso. Vi è una cosa più grande della riconciliazione. E’ più grande perché la vita dai morti è il frutto ultimo della riconciliazione. A ciò è stato obiettato che allora l’apostolo avrebbe detto "la risurrezione." Il motivo per cui non lo fa è che non ha in mente il momento della risurrezione, ma lo stato glorioso in cui la chiesa sarà risuscitata.

Questo sarà glorioso! Noi siamo riconciliati, no? Essendo riconciliati ed avendo in noi la nuova vita, siamo creature straniere. Nel mezzo della morte, abbiamo un pò di vita. Abbiamo un po’ di vita fino al momento della risurrezione. Noi abbiamo soltanto un po’ di vita per aggrapparci a Cristo. Tutto il resto è morte. Ma riceveremo vita dai morti. Questa è la vita che stiamo cercando. Allora tutta questa morte resterà alle nostre spalle. E quando questa vita sarà in tutta la chiesa, ciò sarà glorioso.

Qualcuno forse chiede cosa ha a che fare questo con la pienezza dei Giudei? Tutto. Quella gloria non può giungere fino a quando la pienezza della chiesa non sia prima giunta. La chiesa non è una folla, una ammasso di persone. E’ un corpo, un tutt’uno. Ognuno degli eletti di Dio deve prima essere chiamato nella comunione di Cristo. Non ve ne può essere nemmeno uno mancante. Proprio come una costruzione sarebbe rovinata se un mattone mancasse, così la chiesa di Dio sarebbe rovinata se mancasse un solo Giudeo. Ciò non è vero solo dei Giudei. La pienezza dei Gentili deve essere lì, anche. Ma quando la pienezza dei Giudei sarà lì, ciò sarà vita dai morti. La risurrezione verrà come glorioso stato nella nuova creazione. Allora vi sarà un solo pastore ed un solo gregge, in cui Dio sarà tutto in tutti.

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