Covenant Protestant Reformed Church
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Umiltà nei Confronti dei Vecchi Rami

Herman Hoeksema

 

(Capitolo 76 di: Herman Hoeksema, Righteous by Faith Alone: A Devotional Commentary on Romans [Giusti per Sola Fede, un Commentario Devozionale a Romani], ed. da David J. Engelsma, Reformed Free Publishing Association, MI, USA, 2002; traduzione italiana: Francesco De Lucia)

 

Romani 11:16-21

Perché se la primizia è santa, la massa è anche santa, e se la radice è santa, così sono i rami.

E se qualcuno dei rami è stato reciso, e tu, essendo un albero di ulivo selvatico, sei stato innestato tra di essi, e con essi prendi parte alla radice e la grassezza dell’albero d’ulivo,

Non ti vantare contro i rami. Ma se ti vanti, non porti tu la radice, ma la radice te.

Tu dirai allora, I rami furono recisi, così che io potessi essere innestato.

Bene, a motivo dell’incredulità essi sono stati recisi, e tu rimani per fede. Non insuperbirti, ma temi,

Perché se Dio non ha risparmiato i rami naturali, stai attento che non risparmi neppure te.

Questa sezione di Romani 11 forma un’unità. Non dobbiamo separare gli elementi che la formano. Nella Versione Autorizzata inglese questi versi sono introdotti dalla parola For ("Perché"), ma non vi è ragione per questa congiunzione, sia se guardiamo all’originale che al contesto. Il testo dovrebbe semplicemente essere tradotto: "E se la primizia è santa, la massa è anche santa." Con la parola introduttiva E, l’apostolo non soltanto continua la sua discussione concernente i Giudei e la loro conversione, ma aggiunge anche un nuovo pensiero. Il nuovo pensiero lo abbiamo nelle parole Non ti vantare.

L’apostolo sta trattando della salvezza delle generazioni dei Giudei del suo tempo che erano stati induriti. Dal verso 11 in avanti, egli ha trattato dei Giudei induriti. Egli sta insegnando, da un lato, che attraverso la caduta e l’indurimento dei Giudei, la salvezza è giunta al mondo, ai Gentili. Egli spiega al verso 15 che questa salvezza non fu niente meno che la riconciliazione del mondo. Ma l’apostolo afferma anche che la ricezione della pienezza dei Giudei sarebbe stata di più grande gloria della riconciliazione. Sarebbe stata vita dai morti. L’apostolo continua a parlare dei Giudei e la loro conversione. Ma nel testo egli aggiunge il pensiero che i figli della nuova dispensazione non devono vantarsi contro i Giudei ancora inconvertiti. Questo è il pensiero principale di questa sezione. Il passaggio insegna che noi non dobbiamo esaltarci contro i Giudei, anche se sono ancora inconvertiti e ribelli. Piuttosto, dovremmo assumere un’attitudine caratterizzata da umiltà.

 

Questi Rami Ancora Santi

L’apostolo usa due figure, una delle quali l’abbandona presto. Egli usa la figura di un albero di ulivo. Questo albero di ulivo rappresenta la chiesa di Dio per come essa si sviluppa nella linea del popolo di Dio durante tutta la storia, sia nell’antica che nella nuova dispensazione. Ma egli parla anche di primizie e di massa. Israele nell’antica dispensazione doveva portare la primizia della pasta nel periodo successivo alla mietitura. La primizia della pasta di quel raccolto doveva essere portata come una offerta sollevata [Numeri 15:17-21]. A quella cerimonia l’apostolo fa riferimento quando dice: "Se la primizia è santa, la massa è anche santa." Quella primizia della pasta era considerata santa per mezzo del suo essere consacrata al Signore. Quella primizia rappresentava l’intera massa. Quindi egli dice: "Se la primizia è santa, la massa è anche santa."

L’apostolo vide che la figura dell’ulivo avrebbe servito meglio il suo proposito. E su di essa, quindi, che egli elabora. Egli può usare la figura dell’albero di ulivo meglio, perché la figura della massa non rappresenta il popolo di Dio per come si sviluppa durante la storia. L’idea di sviluppo è trasmessa dalla figura dell’albero di ulivo. Inoltre l’apostolo parla non soltanto dei vecchi rami, ma anche dei nuovi rami innestati nell’albero di ulivo. La figura dell’albero di ulivo è adatta ai propositi dottrinali dell’apostolo.

I rami dell’albero di ulivo rappresentano non il popolo individuale di Dio, ma generazioni. E’ essenziale che teniamo questo a mente per capire in che modo i rami sono recisi. La recisione sarebbe impossibile se questi rami rappresentassero persone individuali che appartengono a Dio. Ma ciò che non è possibile per quanto riguarda individui è possibile nelle loro generazioni.

E’ anche evidente che il testo distingue tra tre tipi di rami. Vi sono primo, i rami che l’apostolo chiama rami naturali. Essi sono i Giudei. I Giudei sono i rami naturali perché la radice stessa era giudaica ed anche perché per un tempo la chiesa è stata giudaica. Tra questi rami naturali l’apostolo fa una distinzione. Vi sono rami naturali che sono ancora nell’albero e che non sono recisi. Quando Cristo venne, Egli continuò la Sua chiesa nei Giudei. Essi non sono mai recisi. Essi sono i rami naturali che rimangono nell’albero e in cui Cristo continua la Sua chiesa. Ma vi erano anche rami naturali che furono recisi. E allora l’apostolo parla di rami dall’albero di ulivo selvatico che vengono innestati. I rami dall’ulivo selvatico, innestati nell’albero che è per natura giudaico, sono i Gentili.

E’ stato detto che l’apostolo qui inverte ciò che è fatto in natura. In natura un albero coltivato è innestato in un albero selvatico. Ma l’apostolo parla di un ramo selvatico che viene innestato in uno coltivato. Tuttavia l’apostolo semplicemente intende dire che i Gentili sono resi partecipi di Cristo e del Suo corpo.

Ciò che si intende con radice dell’albero di ulivo è più difficile da determinare. Vi sono varie spiegazioni. Quella più comune è che con radice l’apostolo fa riferimento ai patriarchi Abraamo, Isacco e Giacobbe. E’ detto che essi sono la radice perché sono la radice dell’esistenza naturale di Israele. Il testo quindi significa che se i patriarchi sono santi, il resto della nazione è santa. Una seconda spiegazione è che l’apostolo fa riferimento alla chiesa primitiva, la primizia dei Giudei nella chiesa. In questo caso il significato è che se la primizia è santa, le loro generazioni sono sante. Una terza spiegazione è che la radice è Cristo.

Contro le prime due spiegazioni vi sono molte obiezioni. Primo, se con la radice l’apostolo fa riferimento ai patriarchi Abraamo, Isacco, e Giacobbe, questo è il solo luogo nella Scrittura dove i patriarchi sono descritti così. Secondo, l’apostolo non sta parlando in questa sezione dell’esistenza nazionale di Israele, ma dell’albero di ulivo. I patriarchi potrebbero essere chiamati radice dell’esistenza naturale di Israele, ma non radice dell’esistenza spirituale della chiesa. Terzo, semplicemente non possiamo dire che se Abraamo, Isacco, e Giacobbe sono santi, le loro generazioni sono sante. Quarto, possiamo difficilmente applicare il testo ad Abraamo, Isacco e Giacobbe alla luce della relazione dei rami alla radice [secondo il vv. 17-18]. [Al v. 18] l’apostolo dice che i Gentili non devono vantarsi contro i rami. Se lo fanno, non portano la radice, ma la radice porta essi. Tuttavia, non può essere detto che Abraamo porta i Gentili. Secondo la concezione che la radice sia i patriarchi, il verso 17 starebbe insegnando che i Giudei sono i rami naturali della radice naturale. Tuttavia, il verso 17 sta parlando dell’albero di ulivo spirituale. Inoltre, l’apostolo dice: "Tu prendi parte della radice e della grassezza dell’albero di ulivo." Ciò non si applica ad Abraamo, Isacco, e Giacobbe. Noi non partecipiamo della grassezza di Abraamo, Isacco e Giacobbe.

Le stesse obiezioni rivolte a questa veduta valgono contro la spiegazione che la radice è la chiesa primitiva.

Ma vi è una buona ragione per intendere la radice come un’allusione a Cristo. Cristo è chiamato la radice più di una volta nella Scrittura. In Isaia 11[:10], Cristo è chiamato la radice di Jesse. Questa radice era nei lombi di Jesse a quel tempo. Nel capitolo 15 di questa stessa epistola l’apostolo fa riferimento alla radice di Jesse e la identifica con Gesù Cristo [v. 12]. La Scrittura chiama anche Cristo la radice di Davide [Apocalisse 5:5; 22:16]. Lo stesso è vero per quanto riguarda la parola primizia. Cristo è chiamato la primizia nella Scrittura [I Corinzi 15:20, 23]. Noi abbiamo la Scrittura dal nostro lato, quindi, quando diciamo che la radice è Cristo. Egli è la radice della famiglia di Dio durante tutta la storia.

Se la radice è santa, i rami sono santi. Con questi rami l’apostolo si riferisce ancora alle stesse generazioni dei Giudei inconvertiti. Egli ricorda ai Cristiani Gentili che la radice non è venuta dalle loro generazioni. I Giudei hanno portato quella radice nei loro lombi. Cristo prese su di Sé la discendenza di Abraamo. Se la radice, che è nei Giudei, è santa, anche questi rami sono ancora santi. La santità di cui qui si parla è quella nel suo senso pieno, ricco, spirituale. I rami nati dalla radice santa sono spiritualmente puliti, redenti, e, in questo senso spirituale, consacrati al Signore. Tuttavia, i rami santi non sono individui. Né sono ogni generazione di Giudei. Piuttosto, il significato è che vi è ancora una discendenza santa tra le generazioni dei Giudei.

 

Vantarsi contro i Rami è Probabile

Contro questi rami, ai Cristiani Gentili è proibito vantarsi: "Non vantarti!" E’ evidente che non dobbiamo vantarci contro i rami che sono recisi. L’apostolo non sta proibendo di vantarci contro i rami giudaici ancora nell’albero, ma non dobbiamo vantarci contro i rami giudaici che sono recisi. Ciò è evidente dal verso 19: "Tu dirai allora, I rami sono stati recisi, così che io potessi essere innestato." Contro i rami giudaici che sono recisi dall’albero di ulivo, la cui radice è Cristo, "non vantarti."

E’ facile vantarsi contro questi rami. Da un punto di vista naturale, vi è a volte occasioni di vantarsi contro i Giudei. Spesso il Giudeo dà occasione al Cristiano nominale di dire: "Noi non avremo niente a che fare coi Giudei." Questo è quanto dice Hitler. Questa è l’attitudine che anche noi a volte assumiamo, parlando con disprezzo dei Giudei.

Da un punto di vista religioso vi molto nel Giudeo che ce lo farebbe disprezzare. Il Giudeo è un amaro nemico del nostro Cristo. Egli è un amaro nemico della chiesa. Il Giudeo ha presto rivelato la sua inimicizia perseguitando la chiesa, o se non poteva perseguitarla lui stesso istigava questa persecuzione. Perfino oggi se parlate ad un Giudeo di Cristo, egli è pieno di odio. Se un Giudeo è convertito a Cristo, egli è cacciato via dalla sua famiglia. Quanto facile, allora, assumere un’attitudine di vanto contro il Giudeo. Quel Giudeo è tagliato via, egli è morto, si trova sotto l’albero come un ramo morto. Tuttavia l’apostolo di Cristo dice: "Non vantarti contro i rami."

L’altro lato della proibizione è che noi non dobbiamo vantarci di noi stessi. Il Cristiano Gentile è presentato dire che i rami giudaici sono stati recisi "così che io potessi essere innestato." A questa cosa in sé, l’apostolo dice "bene." Essi furono recisi. (Voglio enfatizzare ancora una volta che questi rami sono generazioni, gli individui non possono essere recisi). Quando il Cristiano Gentile dice che questi rami furono recisi per far spazio a lui, si sta vantando che egli è molto migliore di loro. Ma i Gentili non sono migliori. Hanno fatto forse qualcosa di meglio dei Giudei? La storia dei Giudei è una storia di continua apostasia, ma è la storia dei Gentili migliore? Basta guardarvi attorno nella vostra città per rispondere a questa domanda. Metà di ciò che una volta era albero di ulivo è ora morto. Essa giace sotto l’albero coi Giudei morti. La sola differenza è che si professano ancora rami. Qual è la differenza? Non ha la chiesa modernista disprezzato Cristo tanto quanto i Giudei, anche se in una maniera più civilizzata, più decente, più scientifica?

Guardiamo alla nostra congregazione stessa. Siamo carichi delle benedizioni della salvezza. Ce ne curiamo? No! Ci piacerebbe che Dio ci nutrisse di grazia e salvezza col cucchiaino, e poi siamo troppo pigri da ingoiarle. Una volta ogni tanto, abbiamo bisogno di un pugno, altrimenti ci mettiamo a dormire. Non possiamo svegliarci a meno che non riceviamo un pugno una volta ogni tanto.1

 

Motivi per Essere Umili

L’apostolo dice: "Non vantarti. Non ti sedere lì così piamente. Piuttosto sii ripieno di umiltà." Se Dio dovesse trattarci secondo il nostro vanto, dovrebbe recidere anche noi. Noi non abbiamo motivo per vantarci.

In primo luogo, non abbiamo motivo di vanto perchè i rami che sono stati recisi sono ancora figli di Dio nelle loro generazioni.

In secondo luogo, non abbiamo motivo di vanto considerando che questi rami sono stati recisi "a motivo dell’incredulità." Con questo non si intende che non era per colpa loro che furono recisi, ma piuttosto ci ricorda che l’incredulità dei Giudei è tutto quello che noi Gentili abbiamo per natura. Noi non abbiamo niente da noi stessi da poter vantare. Se Dio ci lasciasse per come siamo per natura non abbiamo niente se non incredulità. Nelle nostre generazioni noi faremmo marcire l’albero. Se Dio ci dà fede, rimaniamo nell’albero. Ma se no, non faremo nient’altro che imputridire. Se voi ponete un palo morto nel fertilizzante, imputridirà.

Quindi, "non insuperbirti, ma temi." Noi rimaniamo per fede, e la fede è il dono di Dio. Non abbiamo niente di cui vantarci. Se ci vantiamo (e possiamo) allora vantiamoci nella radice. Sia Cristo l’oggetto di tutto il nostro vanto. Chi si gloria, si glori nel Signore.

1Nei tardi anni ’30 non tutto andava bene nella First Protestant Reformed Church di Grand Rapids, ed Hoeksema lo sapeva. Da buon ministro, egli avvertiva acutamente la sua congregazione del peccato. Anche se al tempo non lo sapeva, stava parlando profeticamente qui. Il "pugno" per First Church e per la denominazione fu lo scisma del 1953. Dio "svegliò" la congregazione e la denominazione.

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