Covenant Protestant Reformed Church
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Che Dio È Mai Questo?

L’Accurata Rappresentazione del Dio dell’Arminianesimo

da Parte di Dave Hunt


(Recensione di Che Amore è questo? La distorsione Calvinista di Dio, di Dave Hunt.

Da: The Standard Bearer, 15 Dicembre 2002)

David J. Engelsma


Alla lunga lista degli umani martelli che si sono schiantati contro l'incudine dell'evangelo della grazia sovrana di Dio dobbiamo oggi aggiungere anche Dave Hunt. Che amore è questo? non è tanto un tentativo di confutazione del "Calvinismo" quanto una deliberata resurrezione di tutte le caricature e le calunnie con le quali i nemici del vangelo della grazia hanno tentato in tutte le epoche di distruggerlo. Il libro è una voluminosa elaborazione delle "calunnie" de "Le dottrine delle chiese Riformate sulla divina predestinazione e capi annessi" brevemente riassunti nella Conclusione dei Canoni di Dordt. Su Dave Hunt ricade ora l'avvertimento del Sinodo di Dordt: "Il Sinodo ammonisce poi seriamente i calunniatori stessi a considerare a quale grave giudizio di Dio saranno sottoposti coloro che, contro così tante Chiese, contro così tante Confessioni delle Chiese portano falsa testimonianza, turbano le coscienze dei deboli, e si affannano a rendere sospetta a molti la società dei veramente fedeli."

Hunt ripudia e bestemmia tutte e cinque le principali dottrine che costituiscono il vangelo della salvezza per sola grazia così come confessate dal Sinodo di Dordt, dottrine popolarmente ricordate come "TULIP."


Travisamento del Calvinismo

Hunt distorce persistentemente la fede Riformata. Secondo Hunt, la fede Riformata insegna che "Dio creò [le persone] totalmente depravate, fece cadere [le persone] nel peccato e quindi trattenne la grazia [per essi] necessaria per la salvezza." Il risultato è che alle persone non gli si può giustamente far rendere conto di tutto questo. Non si accorge però Mr. Hunt che la sua replica alla fede Riformata è proprio quella che l'Apostolo dice sarà sempre la reazione dei nemici del vangelo della grazia sovrana. "Tu mi dirai allora, perché trova egli ancora colpa? Perché, chi ha resistito alla sua volontà?" (Romani 9:19).

Con la sfrontatezza che i nemici della grazia hanno sempre dimostrato nei loro pubblici attacchi al vangelo, Hunt fa della dottrina Calvinista della riprovazione l'argomento cruciale. Se dovessimo credere ad Hunt, il messaggio centrale del Calvinismo è che "Dio è compiaciuto nel dannare miliardi di anime."

La maggior differenza [tra i canoni di Dordt e la dottrina degli Arminiani] è ovvia: gli Arminiani rimproverano l'uomo stesso per la sua punizione eterna, per aver rigettato, mediante il suo libero arbitrio, il vangelo, che egli avrebbe potuto accettare mediante l'abilitazione che Dio nella sua grazia gli concede, là dove i Calvinisti riconducono il peccato stesso e la dannazione completamente a Dio che semplicemente ha predestinato ogni cosa a compiersi in quella maniera.

Ricorrente con noiosa regolarità è il ritornello "Dio, secondo il Calvinismo, si compiace di dannare miliardi di anime." Hunt distorce la dottrina Calvinista della riprovazione nel decreto arbitrario di un crudele tiranno che non ha il minimo rispetto o riguardo per qualunque peccato. E Hunt assicura solennemente i lettori che questa dottrina è stata inventata da Agostino e in seguito rifinita da Giovanni Calvino.

Ma la verità è radicalmente differente in ogni punto. Il messaggio principale del Calvinismo in contrasto con l'Arminianesimo non è la riprovazione ma l'elezione. Nel suo amore sovrano, Dio ha graziosamente scelto a vita eterna moltitudini da tutti i popoli e nazioni che "son divenuti colpevoli di maledizione e morte eterna" (Canoni di Dordt I:1). L'Arminianesimo, all'opposto, insegna che Dio scelse quelli che Egli previde che si sarebbero distinti dagli altri come degni di elezione e salvezza perché credono.

Nel loro ben conosciuto credo, i Canoni di Dordt, i Calvinisti hanno pubblicamente e ufficialmente dichiarato che loro non ricevono, ma al contrario, "detestano con tutto il cuore" la nozione che Dio "per suo nudo e puro arbitrio di volontà, senza alcuna considerazione, o tener conto, di alcun peccato, ha predestinato e creato a dannazione eterna la maggior parte del mondo."

E l'autore della dottrina della riprovazione non è nè Agostino nè Calvino, ma Gesù che insegnò che ci sono certe persone che non sono delle Sue pecore per elezione divina e che questa è la ragione perché non credono in Lui (Giovanni 10:26). È stato Gesù che insegnò che alcuni uomini non Gli sono stati dati dal Padre nell'elezione eterna, che Egli non intercede per loro come un sommo sacerdote che simpatizza con loro (Giovanni 17:9). Fedeli al loro Signore, sono stati gli apostoli di Cristo a insegnare che Dio indurisce quelli che ha preparato per la distruzione e che Dio ha stabilito alcuni ad inciampare alla Parola, essendo disobbedienti (Romani 9:17-22; I Pietro 2:8). Nel confessare la riprovazione come formante un unico decreto con l'elezione biblica, che è la scelta a vita eterna di alcuni solamente, Agostino e Calvino onorarono la Parola di Dio e si dimostrarono pastori e insegnanti mandati dal Cristo risorto. Hunt, al contrario, ringhiando contro la Parola di Cristo e dei Suoi apostoli, si dimostra essere un falso profeta.

Riguardo la ripetuta asserzione di Hunt che il Calvinismo insegna che è stato il beneplacito di Dio di dannare miliardi di anime, come se questo si ripercuotesse contro il Calvinismo, la differenza tra Hunt e il Calvinismo è la seguente: il Calvinismo insegna che Dio danna "miliardi di anime" sulla base della loro incredulità e di altri peccati secondo il Suo eterno beneplacito. Hunt insegna che Dio danna "miliardi di anime" a causa della loro incredulità contrariamente al e nonostante il Suo beneplacito. Non solo il vangelo di Hunt non libera nessuno delle "miliardi di anime" dannate, ma smarrisce pure il Dio della Bibbia perché il Dio delle Scritture compie ogni cosa secondo il Suo beneplacito (Salmo 115:3, Isaia 46:10; Efesini 1:11).


Una Difesa dell'Arminianesimo

Nessun teologo Riformato prenderebbe sul serio il libro di Hunt come argomento contro il Cristianesimo Riformato. Hunt nega che Romani 9 si riferisca alla salvezza e alla dannazione, che Esodo 33:19 proclami la particolarità della grazia divina, e che Atti 13:48 insegni l'elezione come sorgente della fede (qui Hunt cambia la parola da "ordinati" a "disposti").

Quando Hunt nega di star difendendo l'Arminianesimo diventa patetico, dato che il suo rancore verso il Calvinismo è inequivocabilmente quello dell'Arminianesimo storico e le dottrine che sostiene contro il Calvinismo sono esattamente quelle esposte da quella forma di Pelagianismo. Hunt difende l'elezione condizionata dalla preconoscenza di Dio di coloro che crederebbero, la capacità naturale di ogni peccatore di credere quando gli viene presentato il vangelo, la morte di Cristo come pagamento dei peccati di ogni uomo, ma efficace per la redenzione effettiva solo a condizione della fede, e la grazia dipendente dall'accettazione da parte del peccatore dell'offerta mediante il suo presunto libero arbitrio, e per questo resistibile.

Anche se Hunt si discosta dall'Arminianesimo tradizionale professando la "sicurezza eterna," la sua non è la dottrina Biblica e Riformata della Perseveranza dei Santi. Per Hunt, a uno che crede con la facile decisione per Cristo della sua teologia Arminiana gli è garantito il cielo anche se in seguito vive una vita totalmente malvagia senza compiere neanche una buona opera. Questa antinomia dell'Arminianesimo moderno è piuttosto interessante: è il tacito riconoscimento degli Arminiani che la salvezza offerta dalla loro teologia non è la salvezza di Gesù Cristo e del Suo Spirito, perché Gesù Cristo non ci salva solo dalla punizione del peccato, Egli ci salva dal peccato.


Le Questioni della Controversia

Dave Hunt è un Arminiano abile e preparato, conosce bene le questioni in gioco tra Arminianesimo e la fede Riformata e le espone chiaramente. La questione è l'universalità o la particolarità dell'amore di Dio:

La questione è se Dio ama tutti senza parzialità e desidera che tutti siano salvati. Indubbiamente, il Calvinismo nega un tale amore.

La questione è la resistibilità o la sovranità della grazia:

Qui noi dobbiamo concordare con Arminius, che disse 'la Grazia non è un atto onnipotente di Dio, che non può essere resistito dal libero arbitrio degli uomini.'

La questione è la libertà o la schiavitù della volontà (libero arbitrio):

Nè pure v'è ragione ... perché l'uomo... non possa anche scegliere tra il bene e il male, Dio e Satana, e genuinamente aprire il suo cuore a Cristo senza prima essere rigenerato; ... Nessuno è reso volenteroso contro la sua volontà, ma deve essere stato volenteroso per essere reso volenteroso; ... C'è solo una sola spiegazione biblica perché Dio porta alcuni in cielo e manda gli altri all'inferno: la Scrittura dichiara che la salvezza è una genuina offerta, che gli uomini posso scegliere o di ricevere o respingere Cristo, e che Dio nella sua onnisciente preconoscenza sa come ogni persona risponderà.

Contrariamente all'impressione che Hunt cerca faticosamente di lasciare al lettore, la principale differenza tra la teologia Arminiana di Hunt e il Calvinismo non è la dottrina calvinista della perdizione dei molti. La differenza principale è la loro dottrina della salvezza. Il vangelo di Hunt è un comando ai peccatori di salvarsi volenterosamente nel giorno della loro potenza, il vangelo del Calvinismo è la promessa che Dio salverà riluttanti peccatori secondo la Sua graziosa volontà, rendendoli volenterosi nel giorno della Sua potenza. Il vangelo di Hunt ha un dio impotente alla mercé della volontà del peccatore, il Calvinismo ha uomini e donne impotenti alla mercé della volontà di Dio. Il tanto decantato amore di Dio del vangelo di Hunt non salva nessun peccatore—fa solo sì che i peccatori si salvino da soli; l'amore di Dio del Calvinismo salva—salva davvero—una moltitudine che nessun uomo può contare. Il vangelo di Hunt ha tutti i salvati nel (mitico) cielo di Hunt che urlano "Gloria ad Io!" Il vangelo del Calvinismo ha i redenti, nel cielo di Dio, che confessano e cantano "La salvezza è del Signore! Gloria a Dio!"

Dave Hunt è chiaramente e definitivamente confutato—ancorché egli rifiuti di essere ridotto al silenzio—da una sola Parola di Dio: "Perciò non dipende [la salvezza] nè da chi vuole nè da chi corre, ma da Dio che mostra misericordia" (Romani 9:16). "Nè da chi vuole"—questa è l'incudine che schianta tutti gli orgogliosi martelli del libero arbitrio.


Utilità del Libro

Nonostante il suo sciagurato contenuto la lettura del libro può essere di qualche utilità. Primo esso espone chiaramente, talora anche violentemente, la menzogna della salvezza tramite il libero arbitrio del peccatore come nemica del vangelo della grazia. L'Arminianesimo è un falso vangelo.

Secondo, Hunt cita ripetutamente un numero di uomini Protestanti Riformati come rappresentativi del vangelo della grazia che egli oppone.

Terzo, Hunt basa la sua opposizione al vangelo della grazia su quei testi a cui comunemente ci si appella nei circoli Calvinisti a supporto della sincera offerta nella predicazione del vangelo in contrasto alla confessione Protestante Riformata della grazia particolare: Ezechiele 18:23; 33:11; Matteo 23:37; Giovanni 3:16; I Timoteo 2:4 e altri. L'interpretazione di questi testi data dai difensori Calvinisti della sincera offerta porta acqua al mulino di Dave Hunt e dell'Arminianesimo militante.


Supporto per Hunt nella "Sincera Offerta"

Quarto, uno degli argomenti più devastanti di Dave Hunt contro il Calvinismo sono le concessioni che fanno all'universalismo Arminiano e al libero arbitrio alcuni degli stessi prominenti teologi Calvinisti, nella loro difesa della sincera offerta del vangelo. Correttamente, Hunt identifica un amorevole desiderio da parte di Dio per la salvezza di tutti senza eccezione come un bastione della teologia Arminiana che egli oppone al Calvinismo. Hunt trova questo desiderio di Dio in I Timoteo 2:4 "che vuole che tutti gli uomini siano salvati." Hunt poi nota che John Piper, che ha reputazione di essere un difensore del Calvinismo, prima accoglie il principio fondamentale dell'Arminianesimo e in seguito si macchia di una marchiana contraddizione nel trattamento di questo significativo passo.

Nel tentativo di spiegare questo passo, Piper si contraddice. Prima confessa che Paolo sta dicendo che ‘Dio non si compiace nella morte dell'impenitente e ha compassione per tutti gli uomini,’ poi ammettendo che questo potrebbe suonare come un ‘parlar doppio,’ si impegna a dimostrare che ci sono ‘due volontà’ in Dio... che Dio decreta uno stato di cose volendo e insegnando allo stesso tempo che un differente stato di cose debba venir a compimento.

Riguardo a questo insegnamento delle "due volontà," Hunt giudica correttamente: "Questo è parlar doppio."

Ma Hunt non termina qui la sua critica devastante nei confronti di Piper e delle sue "due volontà" di Dio, egli torna alla carica e completa la sua condanna più avanti. Piper ha scritto che "affermo assieme a Giovanni 3:16 e I Timoteo 2:4 che Dio ama il mondo con profonda compassione e desidera la salvezza di tutti gli uomini. E inoltre affermo altresì che Dio ha scelto sin da prima della fondazione del mondo chi Egli salverà dal peccato." Hunt chiama questa idea, che "Dio ha due volontà che si contraddicono l'un l'altra eppure non sono in conflitto," "una ingegnosa ma antibiblica e irrazionale soluzione." Infatti, scrive Hunt, questa idea delle due volontà è una "sfacciata contraddizione." Hunt denuncia la follia di questo popolare tentativo da parte di professanti Calvinisti di mantenere sia la sincera offerta che il particolarismo Calvinista:

Veniamo al dunque: il Dio di Piper desidera la salvezza di tutti gli uomini; nella Sua imposizione sovrana della Grazia Irresistibile egli potrebbe salvare tutti ma non lo fa perché è Sua ‘volontà segreta’ di non agire così. Qui abbiamo la più lampante contraddizione possibile. Come ne esce fuori il Calvinista? Eh, certo, Piper ha trovato un modo ingegnoso di affermare che Dio ama e desidera davvero salvare anche quelli che ha predestinato alla dannazione sin dall'eternità passata: Dio ha due volontà che, seppur contraddicendosi tra loro, sono in realtà in segreto accordo. Ma stiamo diventando matti?

A supporto della dottrina fondamentale Arminiana dell'amorevole desiderio di Dio di salvare tutti senza eccezione, Hunt, assieme a ogni Pelagiano, semi-Pelagiano, Cattolico Romano e Arminiano nella lunga storia dell'eresia della salvezza condizionale, fa ricorso a II Pietro 3:9: "non volendo che alcuno perisca," infatti egli vi fa ricorso a ogni piè sospinto. Contro l'obiezione Calvinista che il testo, che indirizza la pazienza di Dio "verso di noi," non insegna un desiderio da parte di Dio di salvare tutti gli uomini, Hunt trionfalmente cita il Presbiteriano John Murray, dalla sua difesa della sincera offerta, La Libera Offerta del Vangelo:

John Murray, già professore al Seminario di Westminster, che Cornelius Van Til definì ‘un grande esegeta della Parola di Dio’ ha dichiarato: ‘Dio non desidera che alcun uomo perisca. Il suo desiderio piuttosto è che tutti entrino nella vita eterna giungendo al ravvedimento. Il linguaggio in questa parte del verso è così assoluto che è estremamente innaturale ritenere che Pietro intendesse che Dio non desidera che alcun credente perisca.’

Con i suoi insegnamenti di una resistibile grazia di Dio (salvifica) per tutti, e un amorevole desiderio di Dio di salvare tutti, la sincera offerta rende impossibile la difesa del Calvinismo contro gli assalti Arminiani, lo rende assurdo al giudizio dei suoi nemici e concede la verità dell'Arminianesimo nei suoi articoli elementari.

Il vangelo proposto da Dave Hunt lascia all'inferno tante anime quante il vangelo Calvinista che Hunt tanto detesta. Il vangelo di Hunt, tuttavia, aggiunge uno al numero di quelli che saranno eternamente miserabili: Dio. Il dio di Hunt è per sempre addolorato nel suo cuore che molti che ha amato (e che ama), per cui Cristo è morto, e che Egli ha desiderato (e desidera) salvare, periscono.

Che dio è mai questo? È l'accurata rappresentazione di Hunt del dio dell'arminianesimo.

Traduzione di Giampiero Giancipoli

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